Cristianesimo e shintō nel periodo Meiji: le esperienze di Sano Tsunehiko ed Ebina Danjō

1 Dicembre 2025 in Cristianesimo, Shintō

di Giacomo Carofiglio

La rivoluzione politica e sociale che caratterizza il Giappone nel periodo Meiji è accompagnata da ampi mutamenti del panorama religioso. L’arrivo delle navi americane, ad esempio, porta per la prima volta nell’arcipelago il cristianesimo protestante, dopo che il cattolicesimo era già stato messo al bando due secoli prima. Allo stesso tempo si assiste alla ridefinizione ideologica dello shintō, reso il pilastro del nuovo Stato formatosi dopo la caduta del bakufu. Se da una parte il governo Meiji era obbligato a tollerare la professione del cristianesimo, al fine di ottenere una revisione dei trattati ineguali da parte delle potenze europee e degli Stati Uniti, dall’altra si acuivano sempre di più i sospetti sui convertiti giapponesi, non considerati sufficientemente leali all’Imperatore. Il presente elaborato si propone di indagare le relazioni tra queste due religioni, definite antitetiche da diversi studiosi dell’epoca, come Aizawa Seishisai (1781-1863). A tale scopo, si è svolta un’analisi delle esperienze religiose di due personaggi come Sano Tsunehiko ed Ebina Danjō. Il primo si impegnò per rinforzare la teologia del culto dei kami al fine di contrastare la diffusione del cristianesimo, mentre il secondo teorizzò un piano di sincretismo tra le due religioni, definito da alcuni studiosi “shintoistic Christianity” (Iwai, 2007).

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Religione e Intelligenza Artificiale: il caso del bodhisattva robot Mindar

24 Novembre 2025 in Buddhismo, Religione e società

di Elisa Fratepietro

La presente ricerca analizza il rapporto tra religione e tecnologia, con particolare attenzione all’integrazione di automi nelle pratiche spirituali, focalizzandosi sul caso del robot Mindar, rappresentazione del bodhisattva Kannon (Avalokiteśvara). Attraverso una panoramica storica che dimostra la presenza di dispositivi meccanici in contesti religiosi sin dall’antichità, lo studio propone un modello classificatorio dei robot in ambito spirituale, distinguendoli per forma e funzione. In particolare, il lavoro esplora come il buddhismo umanistico, corrente contemporanea del buddhismo Mahāyāna, si sia mostrato aperto all’uso dell’intelligenza artificiale come strumento di diffusione del Dharma, in virtù della sua visione non antropocentrica e universalista. Il caso di Mindar solleva questioni teoretiche sul concetto di coscienza, natura di Buddha (busshō) e sul ruolo dei robot come “asceti supremi”. Se da un lato emergono timori legati alla possibile creazione di una religione “automatizzata”, dall’altro il buddhismo propone una via alternativa che include le entità artificiali nel proprio orizzonte etico e rituale. La ricerca evidenzia infine come il buddhismo, grazie alla sua flessibilità dottrinale, possa rappresentare un paradigma fertile per ridefinire i confini tra umano e non umano, offrendo nuovi strumenti per affrontare le sfide spirituali del mondo contemporaneo.

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Le pratiche chinkon e kishin secondo Honda Chikaatsu e come sono state usate nel processo di legittimazione dello shintō

17 Novembre 2025 in Religione e società, Shintō

di Anna Maria Feriozzi

Le pratiche spirituali chinkon 鎮魂 e kishin 帰神, rituali di possessione mediata dalle origini antiche, vennero riscoperti e riformulati da Honda Chikaatsu (1822–1889) nel contesto della Restaurazione Meiji. Attribuendo loro un’origine nei testi fondativi del Kojiki e del Nihon shōki, Honda ne fece strumenti spirituali e ideologici utili alla legittimazione dell’autorità imperiale e alla costruzione di un’identità nazionale. Nonostante le restrizioni imposte dallo Stato Meiji contro le pratiche mistico-religiose che mal si adattavano alla nuova ideologia, Honda riuscì a renderle compatibili con il pensiero nazionalista e il kokugaku, contribuendo così alla diffusione di uno shintō riformulato. Attraverso le sue dottrine spirituali e la sistematizzazione di questi riti, si affermò come figura centrale nel panorama religioso dell’epoca, pur restando marginale nelle fonti ufficiali. Chinkon e kishin assunsero così una doppia valenza — spirituale e politica — diventando elementi funzionali alla propaganda imperiale e alla rivitalizzazione dei santuari locali. Il loro impatto offre uno spunto per riflettere sul ruolo delle pratiche spirituali nella formazione dello Stato moderno giapponese e sull’intreccio tra religione, potere e costruzione dell’identità nazionale.

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Nel segno del cane: un’analisi critico-discorsiva del Chūken Hachikō ireisai

10 Novembre 2025 in Religione e società
Shibuya-ku kankō kyōkai

di Bruno Celani

L’obiettivo di questo studio è analizzare il ruolo che il Rito di commemorazione di Hachikō, il cane fedele (Chūken Hachikō ireisai) svolge nella società giapponese contemporanea. Nella prima sezione, facendo riferimento all’opera di Skabelund, esamino le dinamiche storiche e discorsive che hanno portato alla costruzione dell’immagine di Hachikō, evidenziando come questa figura animale sia stata impiegata come strumento ideologico nella diffusione del fascismo giapponese. La seconda sezione ricostruisce la nascita e l’evoluzione del Chūken Hachikō ireisai, dall’epoca moderna fino a quella contemporanea, con particolare attenzione alle modalità attuali di svolgimento del rito, descritte attraverso l’analisi della registrazione integrale dell’ottantottesima commemorazione, tenutasi nel 2023. Nella terza sezione, infine, applico concetti di matrice post-strutturalista – quali “significante vuoto”, “pratica discorsiva” e “performativity” – per mostrare come il rito costituisca un dispositivo attraverso cui specifici attori sociali producono e governano i significati che si condensano sotto il denominatore “Hachikō”.

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Refilao