
di Sara Campello
Il santuario Yasukuni, situato nel cuore pulsante della città di Tōkyō e proprio accanto al Palazzo Imperiale, è tutt’ora al centro di numerose controversie nazionali e internazionali, legate al passato belligerante e imperialista del Giappone, nascoste però in piena vista nell’immagine che lo stesso santuario crea e vende di sé, di delicata caducità e dedita riverenza alle anime dei soldati caduti “sacrificandosi per la nazione”. Passano, quindi, inosservate le modalità in cui il santuario Yasukuni e il museo Yūshūkan, attraverso le loro pratiche e i loro spazi, creano una rappresentazione ideale di femminilità a servizio della nazione. Lo scopo della mia tesina è, infatti, delineare i ruoli di genere e i comportamenti di femminilità egemonica promossi dal santuario per mantenere vivo il mito del kokutai, attraverso l’analisi della pratica delle hanayome ningyō (“bambole-sposa”), dell’arte statuaria del museo Yūshūkan e della consacrazione a divinità delle Himeyuri gakutotai, un gruppo di giovani infermiere militari di Okinawa.
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