di Elena Castagnoli
L’attentato di Aum Shinrikyō alla metropolitana di Tōkyō nel marzo 1995 ha generato confusione e stupore non solo tra l’opinione pubblica ma anche all’interno del vasto mondo delle nuove nuove religioni. Per riuscire a sopravvivere all’ondata generale di diffidenza nei confronti della religione generata da questo grave avvenimento e continuare la loro opera di proselitismo, i movimenti religiosi hanno dovuto riadattarsi a un nuovo aspetto della società e alle sue differenti esigenze. Il tutto cercando di evitare la stretta sorveglianza attuata dai mass media, i quali, durante tutto lo scandalo di Aum e anche dopo, hanno assunto il ruolo di paladini della giustizia e di voce della verità.
È proprio in questo contesto che si colloca questa breve ricerca che ha come punto cardine il rapporto tra i mezzi di comunicazione e i Pana Wave Laboratory. Gruppo fondato dalla figura di Chinō Yuko, i PWL si definiscono un gruppo di ricerca scientifica volta a proteggere la loro leader dagli attacchi di onde elettromagnetiche generate da parte delle forze comuniste.
Nonostante siano una nuova nuova religione relativamente pacifica, sono stati coinvolti in uno scandalo mediatico nel 2003 a seguito della comparsa della piccola foca Tama-chan nella baia di Tōkyō. Nel tentativo di salvare l’animale, divenuto sia simbolo dell’imminente catastrofe annunciata da Chinō, sia centro dell’attenzione dell’opinione pubblica giapponese, il gruppo è diventato il bersaglio di accuse infondate e spesso comparato con Aum, generando la base per la comparsa di quelli che Stanley Cohen ha definito “moral panics”.
Lo scopo di questo elaborato, quindi, è analizzare le cause che hanno portato alla creazione di questa situazione di incertezza e panico tra i PWL e l’opinione pubblica. L’analisi inizierà con una breve spiegazione delle teorie e dei fondamenti del gruppo religioso per poi passare alla ricostruzione con articoli online dello sviluppo della vicenda. La parte finale si concentrerà, invece, sulla identificazione degli aspetti più comuni dei “moral panics” attraverso l’opera di Goode e Ben-Yehuda “Moral Panics: The Social Construction of Deviance”.
Leggi l’articolo: Pana Wave Laboratory
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