di Eugenio Zoli
Nel corso degli ultimi anni il mondo dei videogiochi è andato a inserirsi sempre più stabilmente nella cultura popolare, fino a diventare oggi uno dei settori economici maggiormente in espansione e giungendo persino a catturare l’interesse del mondo accademico che ha recentemente cominciato a dedicarvi studi e ricerche approfondite. Tra questi trovano posto anche molti studi che analizzano il ruolo ricoperto dalla religione in alcuni videogiochi, argomento di cui tratterà anche questo elaborato. Anche la religione, infatti, ha avuto un impatto sui videogiochi e viceversa i videogiochi hanno in parte avuto un impatto sulla religione. Gli studi che analizzano tali aspetti sono però ancora molto limitati e la ricerca riguardo questo ambito è quindi ancora piuttosto acerba.
Lo scopo di questo elaborato è quindi quello di analizzare i modi in cui gli studi religiosi e quelli relativi ai videogiochi si possano intrecciare e sovrapporre e in seguito applicare i risultati ottenuti a un caso di studio specifico costituito dal videogioco del 2020 Ghost of Tsushima, il quale, pur essendo ambientato nel Giappone del tredicesimo secolo, ha la peculiarità di essere stato sviluppato da un team statunitense e non da uno giapponese come si sarebbe potuto pensare. Per questo motivo, in questo elaborato verranno analizzati gli elementi culturali e religiosi giapponesi rappresentati all’interno del videogioco per cercare di analizzare quanto di ciò che si vede è frutto di stereotipi e quanto invece di una ricerca approfondita operata dal team di sviluppo.
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