di Laura D’Osualdo
L’attacco di gas sarin perpetrato da Aum Shinrikyō ha causato una rottura nell’immaginario giapponese fra religioni istituzionalizzate, ritenute “autentiche” e “innocue”, e nuovi movimenti religiosi, denominati karuto (“sette”) dai media e ritenuti “devianti” e “pericolosi”. I karuto risultano così essere gruppi di fanatici guidati da un leader malvagio, interessato a soldi e potere, che manipola attraverso pratiche come il “lavaggio del cervello” i suoi seguaci, mere vittime innocenti, per raggiungere loschi scopi personali. Jolyon Baraka Thomas ha individuato come all’interno delle narrazioni presenti nei media manga e anime pubblicate negli anni successivi all’attacco sia presente il tropo degli “evil-cults”, basato sull’immagine dei karuto proposta dai media. Questo elaborato esaminerà le modalità di raffigurazione del gruppo religioso fittizio Munanchohepetonasu all’interno della serie videoludica Ryū ga gotoku, considerandolo come un esempio del tropo “evil cults” e, pertanto, aderente al pensiero dominante in Giappone che vede i movimenti religiosi come potenzialmente pericolosi.
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