Eterotopia, memoria e ripresa post 3.11: il Kesennuma sakura matsuri

12 Settembre 2022 in Religione e società

di Rosaria Scarfò

Il Kesennuma sakura matsuri si tiene per la prima volta ad aprile 2012 presso il Jōnenji, tempio buddhista della Scuola della Terra Pura (Jōdoshū), e può essere considerato tra le risposte che i gruppi religiosi hanno dato al richiamo della comunità colpita dal disastro dell’11 marzo 2011 (Graf 2016; McLaughlin 2011). L’elaborato presenta un’analisi del Kesennuma sakura matsuri secondo il concetto di “eterotopia” (Foucault 2004 [1967]; Johnson 2013; Saldanha 2008) e ha due scopi: 1) approfondire il ruolo del Kesennuma sakura matsuri nel clima di ripresa post 3.11 e 2) rivalutare il concetto di “eterotopia” come possibile strumento di analisi dei matsuri (Karaosmanoglu 2010; Quinn e Wilks 2016). Il punto due, in particolare, pone il seguente elaborato sulla scia delle teorizzazioni già presenti all’interno del volume di settembre 2020 del Journal of Religion in Japan, interamente dedicato ai matsuri, in cui vengono proposti altri concetti legati alle idee di “spazio” e “tempo”, come “contested zones” (Porcu 2020), “hrönirism” (Foster 2020), e “fractals and atmospheres” (Giolai 2020) per l’analisi di vari festival.

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Shintō, natura e ambientalismo – un rapporto complesso

20 Dicembre 2021 in Shintō

di Elena Cherubini

Negli ultimi anni, nelle librerie così come su Internet, abbiamo assistito a un vero e proprio boom di pubblicazioni sul Giappone, molte delle quali tendono a dipingerlo come un paese particolarmente “green”, vicino alla natura e attento alla protezione dell’ambiente e le cui secolari tradizioni rappresenterebbero la soluzione a uno dei problemi più importanti dei nostri giorni: la crisi ambientale. Questa potenzialità unicamente giapponese viene fatta risalire allo shintō, presentato come una religione antichissima e immutata nel tempo, incentrata da sempre sul rispetto e sulla venerazione della natura. L’elaborato si propone non solo di confutare tali affermazioni, ma anche di indagare come e quando sia nata la tendenza ad associare lo shintō all’ambientalismo, iniziando con una breve panoramica sullo sviluppo dello shintō tra il tardo periodo Edo e il dopoguerra, seguita da un’analisi più approfondita sul contesto e sulle modalità in cui lo shintō ha reinventato sé stesso – prendendo le distanze dal ruolo ricoperto durante la guerra – secondo il “paradigma ambientalista”. Infine, dopo aver tracciato la storia dello sviluppo di questo paradigma, l’elaborato porta esempi concreti per un’analisi critica dell’atteggiamento del Jinja Honchō, la maggiore istituzione shintō, nei confronti della tutela dell’ambiente.

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L’impegno pacifista di Oomoto fra universalismo e nazionalismo

13 Dicembre 2021 in Nuove religioni, Religione e società
jinruiaizenkai.jp

di Carolina Campopiano

Il raggiungimento della pace in terra è, per il movimento religioso Oomoto, un obiettivo fondamentale, perseguito attraverso la cooperazione religiosa internazionale e la promozione di una serie di attività culturali e filantropiche. Questa spinta universalistica ha però spesso assunto connotazioni nettamente nazionaliste, in particolar modo nel periodo precedente alla Seconda guerra mondiale. È possibile tracciare uno sviluppo di questa contraddittoria commistione di elementi attraverso l’analisi dell’esperienza di Deguchi Onisaburō in Mongolia, dei primi contatti interculturali con movimenti religiosi esteri e, più recentemente, dell’appello antibellico lanciato dalla branca secolare di Oomoto, nota come Jinrui Aizenkai.

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Il santuario Yasukuni: tra identità tradizionale e memoria collettiva ferita

6 Dicembre 2021 in Religione e società, Shintō

di Claudia Zancan

Il santuario Yasukuni a Tōkyō si trova al centro di una controversia sia nazionale che internazionale a causa della commemorazione dei 14 criminali di guerra di classe A segretamente pacificati e venerati da alcuni esponenti politici giapponesi, rientrando così tra gli esempi contemporanei di patrimonio contestato e difficile. La posizione di Yasukuni è più complessa di ciò che potrebbe sembrare a una prima lettura in quanto la sua identità originaria, ovvero il luogo principale in cui celebrare il rito di pacificazione degli spiriti inquieti dei morti in battaglia, si è inevitabilmente modificato nel momento in cui è diventato un simbolo politico.
Scopo di questo elaborato è comprendere l’identità oggi rappresentata dal santuario Yasukuni partendo da un’analisi del contesto storico e culturale per comprendere in che modo la cultura materiale può rappresentare una data ideologia e identità e in che modo i monumenti possono cambiare utilizzo e percezione a seconda del tempo storico.

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