di Claudia Zancan
Il santuario Yasukuni a Tōkyō si trova al centro di una controversia sia nazionale che internazionale a causa della commemorazione dei 14 criminali di guerra di classe A segretamente pacificati e venerati da alcuni esponenti politici giapponesi, rientrando così tra gli esempi contemporanei di patrimonio contestato e difficile. La posizione di Yasukuni è più complessa di ciò che potrebbe sembrare a una prima lettura in quanto la sua identità originaria, ovvero il luogo principale in cui celebrare il rito di pacificazione degli spiriti inquieti dei morti in battaglia, si è inevitabilmente modificato nel momento in cui è diventato un simbolo politico.
Scopo di questo elaborato è comprendere l’identità oggi rappresentata dal santuario Yasukuni partendo da un’analisi del contesto storico e culturale per comprendere in che modo la cultura materiale può rappresentare una data ideologia e identità e in che modo i monumenti possono cambiare utilizzo e percezione a seconda del tempo storico.
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